The Furby's Anathomy

Dopo la dichiarazione d’intenti di ieri bisogna cominciare a darsi da fare. La prima fase, dettagliata qui sotto, consiste nel disassemblare il piccolo robot. Tecnicamente, per quanto rozzo, infatti,  un furby è pur sempre un automa. La prima cosa da fare per aprire uno di questi giocattoli è togliere loro la pelliccia. Anzi no, la prima cosa da fare, se non l’aveste già fatto per sopravvenuta allergia agli schiamazzi del nostro piccolo mostro, è rimuovere le batterie.

Furby in his pristine state
Il furby come Tiger l’ha fatto

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Refurbishing a Furby

La settimana prossima si terrà la Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti e mi si è attivato un neurone ed ho deciso di dare una rispolverata a questo blog con un progetto a tema che mi permetterà di mantenere un’altra promessa fatta a mia figlia qualche tempo fa.

Fate finta che non sia passato tanto di quel tempo da esservi dimenticati di questo diario e seguitemi in questa serie di articoli che, idealmente, dovrebbe finire entro il 24 prossimo venturo.

furby-original-occhi

Tempo fa mia figlia ha trovato tra i miei vecchi cimeli un Furby originale e, vista la pubblicità battente in quei giorni ha deciso di appropriarsene e  di farsi promettere che l’avrei riparato. Inizialmente pensavo che la riparazione avrebbe comportato semplicemente inserire delle pile nuove nel giocattolo ma, ovviamente, quindici anni di attesa lo hanno messo fuori uso.  Piuttosto che ricomprarne uno nuovo, che non ha gli
occhi meccanici, e buttare via quello vecchio ho deciso di arduinizzarlo e di ricavare una serie di post dalla sua rimessa a nuovo.

State sintonizzati e nella prossima puntata vedrete un Furby nudo.

Marmellata di Mirtilli tutta italiana a Bologna

RaspiBo a Casalecchio
RaspiBo a Casalecchio

Tempo di dare una spolverata al blog per annunciare il primo di una speriamo lunga serie di appuntamenti a Casalecchio di Reno per chi è appassionato di elettronica e tecnologia.

Giovedì 7 Febbraio 2013 ore 20:30
Casa per la pace La Filanda,
via Canonici Renani 8,
Casalecchio di Reno (BO)

Si parlerà, e sopratutto si sperimenterà, su Raspberry Pi e Arduino, di domotica, e di quanto vorrete proporre.

In poche parole, non vorrei viziare troppo i miei sparuti lettori superstiti, una bella occasione per imparare e scambiarsi idee.

Chissà che non ne venga fuori un report….

Rilasciato Raspberry Pi Fedora Remix (traduzione in italiano)

La notizia in se non è nuova, la piattaforma del momento ha ottenuto, dopo le versioni apposite di ArkLinux e Debian una distribuzione ad hoc di Fedora Remix per ARM. N

Non ne starei scrivendo se all’annuncio sul sito ufficiale di Raspberry Pi non fosse allegato un breve tutorial per l’installazione che mi è parso il caso di tradurre (e che dovrebbe essere preso ad esempio per la pragmaticità e la chiarezza).

Di seguito la traduzione (che avrà bisogno di qualche limatura). Il post originale, invece, è all’indirizzo
http://www.raspberrypi.org/archives/805

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Il sort della bella addormentata

Ormai è passato così tanto tempo dall’ultimo post che mi sembrava inutile riprendere in mano il blog. Ogni tanto torno al pannello di controllo e modifico qualcuno dei post in sospeso, senza peraltro terminarlo, ma poi non posto niente. Tempo Tiranno!

Ieri Qualche giorno fa, però, ho seguito un talk (video su youtube che non trovo più) sulla programming literacy e l’oratore ha illustrato, tra le altre cose, lo sleep sort. Un algoritmo bash, non troppo efficiente a dire il vero, per ordinare dei numeri. Sono rimasto folgorato dal suo contenuto ed ho pensato di postarlo qui.

 #!/bin/bashwhile [ -n "$1" ]; do
     (sleep "$1"; echo "$1") &
     shift 
done 
wait 

Il programma, per me, e semplicemente geniale. Non lo commento per non togliervi lo sfizio di farlo da soli.

Si, prima che me lo facciate notare, lo scrivo che non si tratta solamente di un algoritmo serio. E’ piuttosto un divertissement. Ma poi esistono gli algorimti seri? E cosa li differenzia da quelli che non lo sono? L’efficienza?

Alla prossima, sperando che non sia tra un anno.

1) Un mio neologismo per esprimere in due parole il contenuto della presentazione: Un bravo scrittore sa che per scrivere bene, e migliorarsi, non deve far altro che leggere continuamente libri scritti dai migliori autori nel suo campo. Un programmatore dovrebbe fare lo stesso ma quasi nessuno ha ancora preso coscienza di questo.

Farewell World!

C

“Oggi andrò a dormire un po’ più vecchio di stamattina. Non c’è nulla di strano in questo, direte voi e certamente avete ragione. Eppure un altro piccolo pezzo della mia esistenza è andato perduto. Dennis Ritchie, sui cui libri, uno in particolare, ho sudato tanto, è morto in queste ore.

Non vi appesterò con uno scontato programma in c, anche se ne ho la tentazione, ma devo comunque scrivere qualcosa a riguardo.

E’ come quando segui le olimpiadi e ti accorgi improvvisamente che tutti gli atleti che vi partecipano sono più giovani di te, o conosci i figli di un tuo amico di scuola. Un piccolo pezzo di te, che non sapevi neanche di avere si palesa e ti abbandona e ti scopri non più immortale e senza parole.

Mi mancherà Dennis, anche se non l’ho mai conosciuto e l’ho sempre dato per scontato. Anche se, per me, ha passato la sua vita all’ombra di Kerningham, potenza dell’ordine lessicografico.

Si lo so, è il padre di Unix, in un certo senso un nonno di Linx ma per me resterà sempre colui che ha inventato il C.

Farewell World!”

Libri da scaricare: Comprendere Git concettualmente

Comprendere Git concettualmente

E’ da tanto tempo che non segnalavo più libri da scaricare: non riesco più a dedicare molto tempo alla ricerca, lettura e recensione di testi in italiano.

Ero indeciso se segnalare questo testo come libro da scaricare o come guida; alla fine ho rotto gli indugi,  ho creato la miniatura della copertina ed ho steso questa recensione.

Se state cercando di imparare ad usare Git questo libro è un passaggio obbligato. Fino a poco tempo fa stavo tenendo d’occhio le traduzioni di Pro Git e Git Book che sono, in pratica, la documentazione ufficiale di questo sistema per il controllo delle revisioni.
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Programmare in Javascript 1

JavaScript è il linguaggio di programmazione più incompreso del mondo, tanto che neanche chi ci programma, spesso, ha la consapevolezza di quali siano i suoi limiti. Con limiti non intendo indicare le limitazioni, che pure sono presenti, ma i suoi confini.

Non è un linguaggio semplice da utilizzare, da un lato perché è un linguaggio potente ed espressivo, dall’altro perché i tentativi dei progettisti di renderlo amichevole hanno, a mio parere, reso più difficile per chi si occupa di programmazione gestirlo al meglio.

Breve escursus storico

In principio era il Browser. Il più vecchio che ricordi di aver mai usato è Mosaic, un programma molto semplice che non prevedeva il supporto a JavaScript ma mostrava già tutte le potenzialità del web a chi era abituato a dividersi tra gopher, ftp e fidonet.

In seguito venne Netscape e, con esso, la prima incarnazione di JavaScript. Si trattava di una rivoluzione nella rivoluzione di cui non avevo ben compreso in mezzo alla confusione che regnava sovrana negli anni ’90 del secolo scorso. Tra Applet Java e pessime implementazioni degli interpreti associati ai browser JavaScript si costruì la pessima, e non del tutto immeritata, fama che lo accompagna ancora oggi.

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Portarsi mootools dapertutto

Scrolliamoci un po’ di ruggine di dosso dopo più di un mese di fermo con un post piccolo piccolo ma utile a rimettermi in carreggiata.

In questi giorni sto leggiucchiando tonnellate di documentazione su HTML5 e spesso mi trovo a voler fare esperimenti sulle strutture mostrate.

Finora la procedura consisteva nel copiare la pagina, inserire il tag per l’inclusione di mootools e richiamarla in locale per le sperimentazioni del caso. finora.

La soluzione a questa impasse l’ho trovata utilizzando un semplice script javascript da utilizzare come bookmarklet.

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Libri da scaricare: Manualinux

Dopo una pausa di riflessione alquanto lunga riprendo a segnalare libri in italiano sulla programmazione e l’amministrazione di sistema.

Manualinux Cover
Manualinux 6.8

Oggi vi segnalo manualinux, un manuale per chi si avvicina al sistema operativo del pinguino. Diversi LUG ne consigliano l’uso e quindi mi sono messo a curiosare tra le sue pagine.

Il manuale è stringato ed anche io non mi perderò in fronzoli inutili.

Con le sue centottanta pagine Manualinux non assomma neanche ad un capitolo di Appunti Linux ma questo non è un difetto, anzi è uno dei suoi meriti.

Si tratta per lo più di un ricettario di consigli sull’amministrazione e sull’utilizzo giornaliero di un sistema Gnu Linux, si va dalla configurazione delle schede di rete a linea di comando alla configurazione della connessione GPRS, dalla creazione di effetti video sulla webcam alla ricompilazione del kernel.

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